Dr. FRANCESCO
CHIARLONE
Protesi di Ginocchio
L’intervento di artroprotesi di ginocchio consiste nella sostituzione chirurgica del femore distale e della tibia prossimale (talvolta si protesizza anche la rotula) con protesi realizzate in leghe metalliche, materiali plastici e/o ceramiche.
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L’intervento di sostituzione protesica del ginocchio ha subito un notevole incremento nell’ultimo decennio, tale da eguagliare quasi il numero di sostituzioni protesiche d’anca. Si stima infatti che, in Italia, secondo il Registro Italiano Artroprotesi (RIAP)si effettuino più di 65.000 interventi di sostituzione primaria del ginocchio.
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Le principali indicazioni all’intervento di sostituzione protesica del ginocchio sono:
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Artrosi primaria monocompartimentale / bicompartimentale
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Artrosi secondaria / post-traumatica
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Necrosi asettica condilo femorale
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Artrite settica ginocchio
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Insuccessi di osteotomie
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Fratture
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Tumori ossei
Al giorno d’oggi, esistono molteplici disegni protesici che si adattano alle molteplici richieste funzionali dei pazienti cosi come ai differenti scenari osseo-legamentosi. Possiamo distinguere pertanto impianti con conservazione del legamento crociato posteriore (CR) o con sacrificio dello stesso e stabilizzazione posteriore (PS)
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In presenza di artrosi localizzata ad un singolo comparto del ginocchio, si predilige l’utilizzo di protesi monocompartimentali con il rispetto delle componenti ligamentose integre e delle superficie condrali indenni dal fenomeno involutivo artrosico.
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Gli obbiettivi della sostituzione protesica sono quindi di ottenere una nuova articolazione stabile e sana, con buona capacità di movimento, non dolorosa, che garantisca al paziente il miglioramento della qualità della vita.
L’intervento di artroprotesi consente un veloce recupero funzionale con ripresa dell’attività deambulatoria, sotto visione fisioterapica, già dal primo giorno post-operatorio.
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La riabilitazione fisiochinesiterapica, dopo l’intervento di artroprotesi, ha come obiettivi, in funzione dell’età e delle comorbidità del paziente, il recupero della forza muscolare, dell’articolarità, della coordinazione e dello schema del cammino, tanto più difficili da ottenere quanto più la situazione dell’arto era compromessa prima dell’intervento.